Italian Folktales
Chapter 30 Il principe granchio da BERN. III 1O, El Granzio, Venezia
Una volta c'era un pescatore che
non riusciva mai a pescare abbastanza da comprare la polenta per la
sua famigliola.
Un giorno, tirando le reti, sent¨¬
un peso da non poterlo sollevare, tira e tira ed era un granchio
cos¨¬ grosso che non bastavano due occhi per vederlo tutto.
- Oh, che pesca ho fatto, stavolta!
Potessi comprarmici la polenta per i miei bambini!
Torn¨° a casa col granchio in
spalla, e disse alla moglie di mettere la pentola al fuoco che
sarebbe tornato con la polenta. E and¨° a portare il granchio al
palazzo del Re.
- Sacra Maest¨¤, - disse al Re, -
sono venuto a vedere se mi fa la grazia di comprarmi questo
granchio. Mia moglie ha messo la pentola al fuoco ma non ho i soldi
per comprare la polenta.
Rispose il Re: - Ma cosa vuoi che
me ne faccia di un granchio? Non puoi andarlo a vendere a qualcun
altro?
In quel momento entr¨° la figlia del
Re : - Oh che bel granchio, che bel granchio! Pap¨¤ mio, compramelo,
compramelo, ti prego. Lo metteremo nella peschiera insieme con i
cefali e le orate.
Questa figlia del Re aveva la
passione dei pesci e se ne stava delle ore seduta sull' orlo della
peschiera in giardino, a guardare i cefali e le orate che nuotavano.
Il padre non vedeva che per i suoi occhi e la content¨°. Il pescatore
mise il granchio nella peschiera e ricevette una borsa di monete d'
oro che bastava a dar polenta per un mese ai suoi figlioli.
La Principessa non si stancava mai
di guardare quel granchio e non s'allontanava mai dalla peschiera.
Aveva imparato tutto di lui, delle abitudini che aveva, e sapeva
anche che da mezzogiorno alle tre spariva e non si sapeva dove
andasse. Un giorno la figlia del Re era l¨¬ a contemplare il suo
granchio, quando sent¨¬ suonare la campanella.
S'affacci¨° al balcone e c'era un
povero vagabondo che chiedeva la carit¨¤. Gli butt¨° una borsa di
monete d' oro, ma il vagabondo non fu lesto a prenderla al volo e
gli cadde in un fosso. Il vagabondo scese nel fosso per cercarla, si
cacci¨° sott' acqua e si mise a nuotare. Il fosso comunicava con la
peschiera del Re attraverso un canale sotterraneo che continuava
fino a chiss¨¤ dove. Seguitando a nuotare sott'acqua, il vagabondo si
trov¨° in una bella vasca, in mezzo a una gran sala sotterranea
tappezzata di tendaggi, e con una tavola imbandita. Il vagabondo
usc¨¬ dalla vasca e si nascose dietro i tendaggi. A mezzogiorno in
punto, nel mezzo della vasca spunt¨° fuori dall' acqua una Fata
seduta sulla schiena d' un granchio. La Fata e il granchio saltarono
nella sala, la Fata tocc¨° il granchio con la sua bacchetta, e dalla
scorza del granchio usc¨¬ fuori un bel giovane. Il giovane si sedette
a tavola, la Fata batte la bacchetta, e nei piatti comparvero le
vivande e nelle bottiglie il vino. Quando il giovane ebbe mangiato e
bevuto, torn¨° nella scorza di granchio, la Fata lo tocc¨° con la
bacchetta e il granchio la riprese in groppa, s'immerse nella vasca
e scomparve con lei sott'acqua.
Allora il vagabondo usc¨¬ da dietro
ai tendaggi, si tuff¨° anche lui nella vasca e nuotando sott'acqua
and¨° a sbucare nella peschiera del Re. La figlia del Re che era l¨¬ a
guardare i suoi pesci, vide affiorare la testa del vagabondo e
disse: - Oh: cosa fate voi qui? - Taccia, padroncina, - le disse il
vagabondo, - ho da raccontarle una cosa meravigliosa -. Usc¨¬ fuori e
le raccont¨° tutto.
- Adesso capisco dove va il
granchio da mezzogiorno alle tre! - disse la figlia del Re. - Bene,
domani a mezzogiorno andremo insieme a vedere.
Cos¨¬ l'indomani, nuotando per il
canale sotterraneo, dalla peschiera arrivarono alla sala e si
nascosero tutti e due dietro i tendaggi. Ed ecco che a mezzogiorno
spunta fuori la Fata in groppa al granchio. La Fata batte la
bacchetta e dalla scorza del granchio esce fuori il bel giovane e va
a mangiare. Alla Principessa, se il granchio gi¨¤ le piaceva, il
giovane uscito dal granchio le piaceva ancora di pi¨´, e subito se ne
sent¨¬ innamorata.
E vedendo che vicino a lei giaceva
la scorza del granchio vuota, ci si cacci¨° dentro, senza farsi
vedere da nessuno.
Quando il giovane rientr¨° nella
scorza di granchio ci trov¨° dentro quella bella ragazza. - Cos'hai
fatto? - le disse, sottovoce, - se la Fata se n'accorge ci fa morire
tutt'e due.
- Ma io voglio liberarti
dall'incantesimo! - gli disse, anche lei pianissimo, la figlia del
Re. - Insegnami cosa devo fare.
- Non ¨¨ possibile, - disse il
giovane. - Per liberarmi ci vorrebbe una ragazza che m' amasse e
fosse pronta a morire per me.
La Principessa disse: - Sono io
quella ragazza! Intanto che si svolgeva questo dialogo dentro la
scorza di granchio, la Fata si era seduta in groppa, e il giovane
manovrando le zampe del granchio come al solito, la trasportava per
le vie sotterranee verso il mare aperto, senza che essa sospettasse
che insieme a lui era nascosta la figlia del Re. Lasciata la Fata e
tornando a nuotare verso la peschiera, il Principe - perch¨¦ era un
Principe spiegava alla sua innamorata, stretti insieme dentro la
scorza di granchio, cosa doveva fare per liberarlo: - Devi andare su
uno scoglio in riva al mare e metterti a suonare e cantare. La Fata
va matta per la musica e uscir¨¤ dal mare a ascoltarti e ti dir¨¤:
«Suoni, bella giovane, mi piace tanto>>. E tu risponderai: « S¨¬ che
suono, basta che lei mi dia quel fiore che ha in testa". Quando
avrai quel fiore in mano, sar¨° libero, perch¨¦ quel fiore ¨¨ la mia
vita.
Intanto il granchio era tornato
alla peschiera e lasci¨° uscire dalla scorza la figlia del Re.
Il vagabondo era rinuotato via per
conto suo e, non trovando pi¨´ la Principessa, pensava d'essersi
messo in un bel guaio, ma la giovane ricomparve fuori dalla
peschiera, e lo ringrazi¨° e compens¨° lautamente. Poi and¨° dal padre
e gli disse che voleva imparare la musica e il canto. Il Re, che la
contentava in tutto, mand¨° a chiamare i pi¨´ gran musici e cantanti a
darle lezioni.
Appena ebbe imparato, la figlia
disse al Re: - Pap¨¤, ho voglia d'andare a suonare il violino su uno
scoglio in riva al mare.
- Su uno scoglio in riva al mare?
Sei matta? - ma come al solito la accontent¨°, e la mand¨° con le sue
otto damigelle vestite di bianco. Per prevenire qualsiasi pericolo,
la fece seguire da lontano da un po' di truppa armata.
Seduta su uno scoglio, con le otto
damigelle vestite di bianco, su otto scogli intorno, la figlia del
Re suonava il violino. E dalle onde venne su la Fata. - Come suona
bene! - le disse. - Suoni, suoni che mi piace tanto! La figlia del
Re le disse: - S¨¬ che suono, basta che lei mi regali quel fiore che
porta in testa, perch¨¦ io vado matta per i fiori.
- Glielo dar¨° se lei ¨¨ capace d'
andarlo a prendere dove lo butto.
- E io ci andr¨°, - e si mise a
suonare e cantare. Quando ebbe finito, disse: - Adesso mi dia il
fiore.
- Eccolo, - disse la Fata e lo
butt¨° in mare, pi¨´ lontano che poteva.
La Principessa lo vide galleggiare
tra le onde, si tuff¨° e si mise a nuotare. - Padroncina, padroncina!
Aiuto, aiuto! - gridarono le otto damigelle ritte sugli scogli coi
veli bianchi al vento. Ma la Principessa nuotava, nuotava,
scompariva tra le onde e tornava a galla, e gi¨¤ dubitava di poter
raggiungere il fiore quando un'ondata glielo port¨° proprio in mano.
In quel momento sent¨¬ una voce
sotto di lei che diceva: - Mi hai ridato la vita e sarai la mia
sposa. Ora non aver paura: sono sotto di te e ti trasporter¨° io a
riva. Ma non dire niente a nessuno, neanche a tuo padre. Io devo
andare ad avvertire i miei genitori ed entro ventiquattr'ore verr¨° a
chiedere la tua mano.
- S¨¬, s¨¬, ho capito, - lei gli
rispose, soltanto, perch¨¦ non aveva pi¨´ fiato, mentre il granchio
sott' acqua la trasportava verso riva.
Cos¨¬, tornata a casa, la
Principessa disse al Re che s' era tanto divertita, e nient' altro.
L'indomani alle tre, si sente un
rullo di tamburi, uno squillo di trombe, uno scalpit¨¬o di cavalli:
si presenta un maggiordomo a dire che il figlio del suo Re domanda
udienza.
Il Principe fece al Re regolare
domanda della mano della Principessa e poi raccont¨° tutta la storia.
Il Re ci rest¨° un po' male perch¨¦ era all' oscuro di tutto; chiam¨°
la figlia e questa arriv¨° correndo e si butt¨° nelle braccia del
Principe: - Questo ¨¨ il mio sposo, questo ¨¨ il mio sposo! - e il Re
cap¨¬ che non c' era altro da fare che combinare le nozze al pi¨´
presto. ¡¡
|